Semiramide, una dea arrivata fino a noi.



Tratto da: "Dea Madre, Semiramide, Isis, Astarte: 1000 nomi diversi lo stesso culto".



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La ricostruzione di questo mito ci porta a dopo il Diluvio. Uno dei tre figli di Noè, Cam (Gn 5:32), ebbe un figlio di nome Cus (Gn 10:6; 1Cron 1:8). La leggenda narra che questo Cus sposò una donna chiamata Semiramis (Semiramide), da cui nacque Nimrod. Nella Bibbia non troviamo traccia di Semiramide, tuttavia vi è menzionato che “Cus generò Nimrod, che cominciò a essere potente sulla terra” (1Cron 1.10). Già il nome Nimrod la dice lunga. In ebraico viene da maràd, “ribellarsi”. “Perché, allora, fu chiamato Nimrod? Perché istigò il mondo intero a ribellarsi (himrid) alla sovranità di Dio.

Talmud babilonese, Erubin 53°.

Fu questo Nimrod a fondare il primo impero postdiluviano: “Il principio del suo regno fu Babel” (Gn 10:10) ovvero Babilonia. Secondo il mito, Semiramide non fu solo la madre di Nimrod ma ne divenne anche la moglie. Ormai è accettato che i miti e le leggende possono essere sorti da alcuni fatti storici che ne sono alla base. Alla base del mito e della leggenda c’è di solito un evento storico. Ad esempio, i miti greci degli dèi scesi sulla terra e accoppiatisi con donne che generarono semidei, richiamano ciò che nel libro biblico della Genesi è narrato in 6:1-4.

L’evento del Diluvio registrato nella Bibbia (Gn 6:9–9:19) rimane nei ricordi di molte nazioni antiche, che lo tramandarono miticamente. Così, Nimrod e Semiramide sono ricollegabili a Marduk (dio mesopotamico; “giovane toro del sole”, dal sumerico amar-utuk) e ad Astarte (Grande Madre fenicia e cananea, connessa con l’Ishtar babilonese, menzionata nella Bibbia come Astoret in 1Sam 31:10). I miti s’intrecciano. Lo sposo di Astarte (Ishtar, Astoret) era il dio Adon (assiro Adonis), identificato dai greci con Adone; per gli egizi era Osiride, sposo di Iside (che ci riporta ad Astarte), la greca Afrodite. Una delle diverse versioni su come Semiramis ebbe come figlio un dio, spiega che dopo la morte di Nimrod, Semiramis partorì un figlio, Tammuz (Adone per i greci). Questo Tammuz aveva come moglie la dea sumera Inanna (assimilata alla babilonese Ishtar, alla greca Afrodite e alla romana Venere). Siccome Semiramide non poteva aver concepito Tammuz dopo la morte di Nimrod, il suo concepimento appariva miracolo e lo si credette la rinascita di Marduk ovvero Nimrod. Ora, facendo un’analisi e cercando di ricomporre i pezzi, si nota come Semiramis assume nella triade pagana il ruolo dello spirito santo e suo figlio quello del seme divino nel grembo della madre.

Si pensi poi all’incarnazione di Nimrod in Tammuz, considerati la stessa persona. Gli stessi concetti sono presenti nella trinità. In seguito, la posizione del padre come figura del dio diminuì e il centro del culto divenne l'immagine della madre con il figlio/dio incarnato in braccio.



Questo culto si diffuse rapidamente in tutto il mondo conosciuto. Gli antichi germani adoravano la vergine Hertha col bambino in braccio. Gli scandinavi la chiamavano Disa.

La madre egiziana era Iside con il bambino Horus. In India la madre era Devaki e il bambino Krishna. In Asia erano conosciuti come Cibele e Deoius. Nella Roma pagana, come Fortuna e Giove puer (fanciullo). In Grecia come Cerere, la Grande Madre col bambino al seno, o come Irene, la dea della pace con il figlio Fiuto tra le braccia.

L'immagine della madre con il bambino in braccio era talmente radicata nella mente pagana che quando il cristianesimo si fuse con il paganesimo romano sotto l’imperatore Costantino, quelle immagini furono semplicemente rinominate e adorate come la vergine Maria con suo figlio Gesù /Dio incarnato.

Così, la madre pagana e bambino divino entrarono nella religione cosiddetta cristiana; il culto cattolico di Maria con Gesù bambino perpetua questo paganesimo. In Tibet, in Cina e Giappone, i missionari gesuiti furono stupiti di ritrovare la la loro Madonna e il bambino come loro devotamente li veneravano.

Shing Moo, la Santa Madre, in Cina era raffigurata con un bambino in braccio e attorniata di gloria, esattamente come se fosse stata modellata da artigiani romani cattolici; una copia della Madonna con bambino.

Alcuni cristiani sostengono che Semiramide e tutte le altre madri vergini con il loro dio/bambino siano tutte false immagini ideate dal diavolo. Siamo d’accordo. “Non c'è da meravigliarsene, visto che anche Satana finge dì essere un angelo”di luce. Ciò che forse non sospettano i cattolici, però, è che anche la loro venerazione di Maria è diabolica. Ritenerla mediatrice tra noi e Gesù e, bestemmiando, chiamarla perfino madre di Dio, che altro è se non un inganno satanico?

L’appellativo “regina del cielo” svela il forte legame che la Madonna cattolica ha con le raffigurazioni pagane della stessa dea che era venerata sotto nomi diversi; già Astarte era venerata come “regina del cielo”. Lo stesso nome Inanna (l’Ishtar babilonese) significa letteralmente “regina del cielo” (Ger 7:18).

Il culto di Astarte (Ishtar, Astoret, Iside, Afrodite, Demetra, Diana) fu attivo a Efeso fino al 431, quando fu soppiantata dal culto di Maria. “Regina del cielo” era il titolo di Semiramide, dea moglie e madre del re babilonese Nimrod.

Come già spiegato, il nome Nimrod per i romani era Marte: per i greci Ares, il cui nome deriva dal greco arà, “rovina, maledizione”; non a caso era dio della guerra.

Più s’indaga in questi miti, più ogni cosa ci riporta a Nimrod. Zernebogus, una divinità adorata dai pagani anglosassoni - il cui nome è caldeo e significa “seme del profeta Cus” - ci riporta al biblico Cus (Gn 10:6; 1Cron 1:8) che secondo la leggenda sposò Semiramide, da cui nacque Nimrod, poi incarnatosi nel loro figlio Tammuz.

I cusiti, discendenti di Cus, erano di pelle nera, tanto che Ger 13:23 domanda retoricamente se “può un Cusita cambiare la sua pelle”. Zernebogus era “il nero, malevolo, divinità nefasta”. Nimrod era simboleggiato anche da un corno; Marduk (dio mesopotamico a lui collegato) era rappresentato come “giovane toro”. In Egitto, Iside (Astarte) era raffigurata con le corna. Il dio Baal era pure collegato ad Astarte; in Medio Oriente, Baal Karnaim significa letteralmente “signore delle corna”. Il simbolo di Apollo erano le corna.

Pashupati è una delle manifestazioni del Shiva indiano ed è rappresentato con le lunghe corna. In poche parole, abbiamo l'esatto equivalente dell'idea popolare del diavolo, raffigurato con le corna e spesso nero.

L’Iside egizia è poi collegata ad Astarte. Isidoro, poeta egiziano del primo secolo, così inneggiava a Iside:



“Regina degli dèi, Donatrice di ricchezza,
Signora onnipotente,
Buona Fortuna, Iside dal grande nome
Tutti i mortali che vivono sulla terra infinita, Traci, Greci o barbari che siano, pronunciano il tuo bellissimo nome, assai onorato da tutti, ognuno nella sua lingua, ognuno nella sua patria.
I Siri ti chiamano Astarte, Artemide e Nanaia,
i Lici ti chiamano Signora Letò,
i Traci Madre degli dèi,
i Greci ti chiamano Era dal grande trono e Afrodite e la buona Estia e Rea e Demetra.
Ma gli Egiziani ti chiamano Thiouis, perché tu sola sei tutte le altre dee chiamate con i loro nomi dai popoli”.



Tra Iside/Astarte (Semiramide) e la Madonna cattolica ci sono connessioni che ritroviamo anche nell’arte. Già l'arte paleocristiana si era ispirata alla raffigurazione classica di Iside per rappresentare la figura di Maria.

Entrambe tengono in braccio un bambino: “Gesù bambino” nel caso della Madonna, Horus nel caso di Iside.

Quando il cristianesimo fu assorbito dall’Impero Romano, sotto Costantino primo e Teodosio primo, vari templi consacrati a Iside furono riadattati e consacrati come basiliche dedicate alla Madonna; i dipinti e le opere raffiguranti la dea egiziana agevolarono di certo l'accomunarsi delle due figure.

Alcuni studiosi ritengono che la famosa Chiesa della Natività a Betlemme sia stata costruita su una grotta che era in origine un santuario di Adone/Tammuz.

Controparti della Madonna con il suo bambino le troviamo ovunque. In Grecia era Cerere la Grande Madre con il bimbo al seno. Il Cina è chiamata madre Singmoo ed è dipinta con il bambino in braccio. In India, Indrani o Devaki con Krishna bambino. Nana presso i sumeri. In Asia Minore, Cibele il bambino deoius. Nel’antica Israele, Astarte con suo figlio Tammuz, la cui morte le donne ebree apostate piansero. (Ez 8:14).

Inno a Iside

Perché io sono colei che è prima e ultima
Io sono colei che è venerata e disprezzata,
Io sono colei che è prostituta e santa,
Io sono sposa e vergine,
Io sono madre e figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono donna sposata e nubile, Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono colei che consola dei dolori del parto.
Io sono sposa e sposo,
E il mio uomo nutrì la mia fertilità,
Io sono Madre di mio padre,
Io sono sorella di mio marito,
Ed egli è il figlio che ho respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono colei che da Scandalo e colei che Santifica.

Rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.



























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