LA PAROLA DI DIO.




🔊 Apocalisse 19.
11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. 12 I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.

13 Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio.

14 Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. 15 Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. 16 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: Re dei re e Signore dei signori.


Il Logos di Dio. Giovanni nel prologo al suo Vangelo usa proprio questo titolo, ed è l'unico a farlo. Perchè? Cosa voleva dire Giovanni nel definire Gesù il Logos (Sapienza) di Dio?

Giovanni per scrivere il suo prologo si è ispirato a Genesi 1 ed a Proverbi 8. Prendiamo quest'ultimo brano nella traduzione N.R.



🔊 Proverbi 8.
22 Il Signore mi ebbe con sé al principio dei suoi atti, prima di fare alcuna delle sue opere più antiche. 23 Fui stabilita fin dall'eternità, dal principio, prima che la terra fosse.

24 Fui generata quando non c'erano ancora abissi, quando ancora non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua. 25 Fui generata prima che i monti fossero fondati, prima che esistessero le colline,

26 quand'egli ancora non aveva fatto né la terra né i campi né le prime zolle della terra coltivabile. 27 Quand'egli disponeva i cieli io ero là; quando tracciava un circolo sulla superficie dell'abisso, 28 quando condensava le nuvole in alto, quando rafforzava le fonti dell'abisso, 29 quando assegnava al mare il suo limite perché le acque non oltrepassassero il loro confine, quando poneva le fondamenta della terra,

30 io ero presso di lui come un artefice; ero sempre esuberante di gioia giorno dopo giorno, mi rallegravo in ogni tempo in sua presenza; 31 mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra, trovavo la mia gioia tra i figli degli uomini.


Isoliamo dal brano i VV. 22-25 nelle diverse traduzioni.



N.R.
22 Il Signore mi ebbe con sé al principio dei suoi atti, prima di fare alcuna delle sue opere più antiche. 23 Fui stabilita fin dall'eternità, dal principio, prima che la terra fosse. 24 Fui generata quando non c'erano ancora abissi, quando ancora non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua. 25 Fui generata prima che i monti fossero fondati, prima che esistessero le colline,

CEI
22 Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora. 23 Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. 24 Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; 25 prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata.

N.D.
22 L'Eterno mi possedette al principio della sua via, prima delle sue opere più antiche. 23 Fui stabilita dall'eternità, dal principio, prima che la terra fosse. 24 Fui prodotta quando non c'erano ancora gli abissi, quando non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua. 25 Fui prodotta prima che le fondamenta dei monti fossero consolidate, prima delle colline,

Riveduta
22 L'Eterno mi formò al principio de' suoi atti, prima di fare alcuna delle opere sue, ab antico. 23 Fui stabilita ab eterno, dal principio, prima che la terra fosse. 24 Fui generata quando non c'erano ancora abissi, quando ancora non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua. 25 Fui generata prima che i monti fossero fondati, prima ch'esistessero le colline,

Diodati
22 IL Signore mi possedeva al principio della sua via, Avanti le sue opere, ab eterno. 23 Io sono stata costituita in principato ab eterno, Dal principio, avanti che la terra fosse. 24 Avanti che fossero abissi, Nè fonti, nè gorghi d'acque, io fui prodotta. 25 Io fui prodotta innanzi che i monti fossero profondati, Avanti i colli;

T.N.M
22 Geova stesso mi produsse come il principio della sua via, la prima delle sue imprese di molto tempo fa. 23 Da tempo indefinito fui insediata, dall’inizio, da tempi anteriori alla terra. 24 Quando non c’erano le acque degli abissi fui data alla luce come con dolori di parto, quando non c’erano sorgenti assai cariche d’acqua. 25 Prima che fossero fondati gli stessi monti, prima dei colli, fui data alla luce come con dolori di parto.


Vediamo ora, nel dettaglio, qual'è il testo ebraico.





In sostanza il testo dice che "prima che anche la prima cosa fosse stata creata da Dio, fu prodotta la "sapienza" come partorita da Dio stesso. Quindi, tale sapienza, o Logos, usando il termine greco di Giovanni, che poi in italiano diventa "Verbo" o "Parola" perdendo un po' il senso del greco, che al significato di parola comprende anche tutto quello che genera la parola stessa, ossia la sapienza, il ragionamento che sta dietro a quella parola pronunciata.

In questo caso è qualcosa che è stato emanato direttamente da Dio, partorito da lui, travagliato, quindi anche con sofferenza. E' qui che per la prima volta si nota la Sapienza, o Logos, come Figlio di Dio.

Ma è un Figlio molto particolare, è addirittura la Sapienza di Dio, che esce da lui, è parte di lui stesso, come un figlio lo è dei genitori. Tale Sapienza è quella che ha assistito Dio nella creazione.

Il paragone che Proverbi vuol fare è quello dell'artigiano che riesce a produrre la sue opere attraverso la sua sapienza.

In quella Sapienza è il progetto del creato che prende vita. Ed anche il progetto stesso.

Con Apocalisse Giovanni torna sul concetto quando scrive:



🔊 PRIMO ed ULTIMO.

Apocalisse 1.
17 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: «Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.

Apocalisse 2.
8 Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e tornò in vita:

Apocalisse 22.
13 Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine. 14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città! 15 Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna. 16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino».



Il Logos, il primo e l'ultimo, l'alfa e l'omega, il principio e la fine.

Gesù è il progetto della creazione, ma più che questa è il progetto della perla della creazione, ossia l'umanità. E' il primo e l'ultimo, poiché è il prototipo al quale tutti gli altri si adegueranno.

Il principio e la fine, poiché con lui tutto è iniziato e tutto avrà termine, quando la creatura sarà finalmente come il progetto originale prevedeva. Quando la storia avrà eliminato le scorie di lavorazione ed il prodotto sarà perfetto.

O anche quando la fine sarà come lo era il principio cui si era ispirato il Creatore.

L'alfa e l'omega sono la prima e l'ultima parola dell'alfabeto greco. In Cristo si scrive tutta la storia dell'umanità.




DUE PAROLE SULLA PREDESTINAZIONE



Come intendere il famosissimo passo in cui Paolo parla di predestinazione?



🔊 Romani 8.
28 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. 29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.


Analizziamo il passo, con la sua suddivisione in tre parti secondo l'ordine dei versetti.


28 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.


Qui Paolo, nel contesto di Romani 8, dove incoraggia i fedeli romani di fronte alla persecuzione che potrebbe attenderli, afferma che tutta la storia ha come fine il bene di chi ama Dio; quindi non c'è da temere, poiché non si dimenticherà mai di loro, e la loro sorte sarà sicuramente la migliore che può capitare ad un essere umano, garantita da lui stesso, come scrive:


🔊 Romani 8.
36 Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.


Il versetto 28, che stiamo esaminando, inizia con il considerare "quelli che amano Dio": è da lì che tutto il suo discorso ha inizio.

Sono quelli che amano Dio ad essere "chiamati secondo il suo progetto", quel progetto che vede Cristo come Alfa ed Omega, ossia: come in origine Dio nella sua Sapienza ha concepito l'essere umano, e come, alla fine, sarà.


29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;


Dio, nella sua onniscienza, già conosce chi sono quelli che ameranno Dio durante la storia, e sono quelli (in questo caso anche i romani che sta incoraggiando) che ha "predestinato" ad essere come Cristo: appartenenti alla stessa famiglia.


30 e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.


I predestinati, in questo passo, come conferma il versetto 28, sono quelli che amano Dio e sono chiamati. Poi, i chiamati sono giustificati e glorificati, ovviamente attraverso l'opera redentrice di Cristo.

In sostanza questo gruppo di persone è la chiesa, di cui i romani destinatari della lettera fanno parte, ed il loro amore per Dio è ciò che li immette in un percorso di "santificazione" che li porterà sicuramente ad essere "l'immagine di Cristo".

Loro confermano come la "Sapienza di Dio" sia Alfa (inizio) ed Omega (fine, scopo) di tutta la creazione.


In questo caso la "predestinazione" è quella di essere "conformi all'immagine di suo Figlio" quello che è il Principio e la Fine, ossia: l'origine e la destinazione di tutti quanti.

Il progetto originale di Dio, riguardo all'umanità, è nella sua "Sapienza", quella con cui ha creato tutte le cose, anche noi, che poi si è incarnata in Gesù, ed al quale tutti somiglieremo, poiché quello è ciò cui tende tutto il creato.



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