PERCHE' GESU' DOVEVA MORIRE?




Non è una domanda sciocca; perché se è vero che Dio è onnipotente, allora potrebbe aver trovato anche un sistema diverso per salvare l'umanità, senza ricorrere alla morte in croce del suo unigenito Figlio.

Si tratta di una domanda che ogni tanto sentiamo ripetere, ed alla quale c'è anche una risposta più o meno tradizionale che in pochissime parole possiamo riassumere così:


"Dio non tollera l'ingiustizia (peccato), e chiunque la pratica deve essere condannato. A tutti quelli che, però, cambieranno stile di vita, pentendosi del male fatto ed adeguandosi alla vera giustizia, egli promette il totale perdono.

L'esigenza di giustizia verrà soddisfatta da Dio stesso, facendo ricadere tutto il male fatto dall'umanità su suo Figlio, che in quanto senza colpa alcuna, è in grado di soddisfarla. Sarà lui a pagare per tutti. La sua sarà una condanna a morte al posto nostro. Lui morirà per i nostri peccati, quindi l'esigenza divina di giustizia sarà soddisfatta, e l'ira di Dio verso il genere umano placata."


Considerando questo modo di vedere il racconto biblico, Dio risulterebbe una persona che ha una visione talmente fanatica della giustizia che, per averne soddisfazione, mette in atto un piano che prevede la morte dell'unico giusto che ha vissuto su questa terra, così da veder sfogato il suo istinto di vendetta, e la sua ira contro di noi peccatori possa placarsi.

Tutto ciò mi sembra abbastanza distante dall'esempio che Cristo stesso ha dato del Padre (Chi ha visto me ha visto il Padre.)

Questa interpretazione dei testi biblici può contare anche su molti passi, che sembrano avvalorarla in pieno, ma è proprio così? Vogliamo vedere se i testi, presi nel loro insieme, ed esaminandoli complessivamente nel loro contesto, senza isolarli, hanno qualcosa di diverso da dire?

Facciamolo considerando il Vangelo di Matteo, potremmo seguire anche altre strade, ma questa secondo i commentatori che l'hanno scelta, è la più semplice, appunto perché Matteo la mette in primo piano, racchiudendo il suo intero racconto del ministero di Gesù tra questi due versetti:


Matteo 4
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

Matteo 27
42 «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui.



L'inizio e la fine del ministero di Cristo sono segnati da questi due eventi, il primo, che ha luogo subito dopo il suo battesimo, e ne attesta l'inizio; e l'altro che ne determina la fine per crocifissione.



C'è un'importante premessa da fare, ed è che l'universo che noi abitiamo, secondo la Bibbia, non è l'unica dimensione esistente, ma ce n'è come minimo un'altra chiamata cielo, dove esistono altre creature che sono diverse da noi, comunemente identificate come angeliche.

Di queste creature angeliche fa parte anche Satana il Diavolo, il nemico giurato del genere umano, colui che tende insidie affinché ne sia dimostrata l'assoluta inaffidabilità. Lasciamo perdere, per ora, le cause di questa sua presa di posizione, che ci porterebbe fuori dal percorso che abbiamo scelto di seguire, e concentriamoci unicamente su quello.



Riportiamo qui il brano del Vangelo di Matteo che parla delle tentazioni di Gesù, perché è con quello che porteremo avanti il nostro commento.



Matteo 4
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.

3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».

5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra"». 7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».

11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.


A questo punto la prima cosa da fare è quella di capire come possiamo leggere il brano in questione: si tratta di un fatto realmente accaduto, oppure Matteo sta usando un linguaggio simbolico? A seconda di come scegliamo di leggerlo ciò che ne ricaviamo può essere anche sensibilmente diverso, quindi, prima di tutto, dobbiamo decidere quale lettura adottare.

C'è, all'interno del brano stesso, qualcosa che ci può indicare quale sia la scelta più adatta? Proviamo ad esaminarlo con questo scopo. dividiamolo in tre parti, quante sono le tentazioni stesse e valutiamo il loro inizio.

Prima tentazione (4:2).

"E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame."


Tutto il ministero di Gesù ha come presupposto il fatto che lui fosse un uomo comune, un "Figlio dell'uomo" e come tale ne condividesse tutte le caratteristiche. Un essere umano in un deserto, dove notoriamente non c'è acqua, vive pochi giorni. Senza mangiare può vivere più a lungo, ma sicuramente il traguardo dei quaranta giorni è del tutto irraggiungibile senz'acqua.

Già da questa prima considerazione appare più logico intendere il brano come simbolico. Ma andiamo avanti.

Seconda tentazione (4:5).

"Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa e lo pose sul pinnacolo del tempio".


Il deserto è distante da Gerusalemme, quindi il Diavolo per portarlo con sé deve aver agito in qualche modo: lo ha portato sulle braccia in volo? Mi sembra un po' azzardato solo pensarlo, Gesù è il Figlio di Dio e non credo che Satana potesse prendersi certe libertà; ammesso che sia in suo potere trasportare in volo qualcuno. Quindi anche in questo caso è da preferire la lettura simbolica.

Terza tentazione (4:8).

"Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria".


In questo caso la scelta è ovvia: quel monte non esiste, quindi la lettura simbolica è d'obbligo. Ciò è anche preferibile da un punto di vista critico poiché, in tal caso, ha da dire sicuramente molte più cose.







CON QUESTA PREMESSA CERCHIAMO DI CAPIRE COS'HA DA DIRCI IL BRANO DELLE TENTAZIONI.







Giovanni 18:36
Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui».



Il Regno di Dio, che instaurerà il Messia Gesù di Nazareth, non è di questo mondo, non ha nulla in comune con quelli esistenti oggi, e sarà esercitato in maniera tale da portare pace e sicurezza su tutta la terra.

Matteo racconta che lo Spirito condusse Cristo nel deserto per sottoporlo ad una specie di "test d'idoneità", e lo fece subito dopo che il suo ministero iniziò per mezzo del rito del battesimo. In quel deserto, che poi sarà anche il simbolo della sua missione che lo porterà a morire, viene messa in evidenza la diversità del suo governo rispetto agli attuali.





Prima tentazione.


3 E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».


Gesù è venuto su questa terra per costruire la sua ecclesia, ovvero la comunità dei suoi credenti. Questi credenti sono stati paragonati ad una struttura fatta di pietre, che è il nuovo tempio di Dio.



1Pietro 2
5 Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

1 Corinzi 3
16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.



Pietro stesso fu chiamato pietra, perché fu il primo ad identificare Gesù come il Figlio di Dio, ovvero il Messia promesso.

Gesù è paragonato, addirittura, alla pietra angolare su cui è fondata tutta la struttura del nuovo tempio-chiesa.



Efesini 2
20 Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare,


Con questo presupposto, come possiamo inquadrare la tentazione diabolica, tesa a distruggere lo scopo per cui Gesù è venuto su questa terra? E' abbastanza semplice se prendiamo in esame il comportamento della maggioranza di quelli che governano il mondo attuale. Sono diventati nostri ministri attraverso l'accettazione delle loro promesse di servire il popolo ma, stranamente moltissimi tra loro, una volta ricevuto l'incarico pensano molto più a servire se stessi che il popolo.

Le pietre, in questo caso, sono la chiesa, quella comunità che Gesù era venuto a costruire nel suo nome, e la tentazione era banale quanto efficace: "se sei nel bisogno usa i tuoi seguaci per le tue necessità".


Se Gesù avesse accettato.


Se Gesù lo avesse fatto nulla sarebbe cambiato, nella guida del mondo non ci sarebbe stata novità, Gesù non sarebbe venuto per servire, ma per essere servito, ed in tal caso il ministero messianico sarebbe stato del tutto invalidato, anche perché non sarebbe stato libero, in quanto dipendente dal popolo da cui preleva le risorse.


La risposta di Gesù.


La risposta di Gesù viene dal libro biblico del Deuteromio: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio". In quest'occasione il Messia ha ribadito il concetto che il bisogno suo, e dell'intera umanità, sarà risolto definitivamente solo ascoltando Dio, poiché solo lui ha la possibilità di cambiare radicalmente le cose, le trovate diaboliche servono solo per mantenere vivo questo perverso sistema mondiale che è un paradiso solo per il Demonio.


Il primo test è superato, la volontà di Dio è salva e la libertà del Messia è rimasta integra.





Seconda tentazione.


5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra"»


Gesù voleva essere seguito, perché solo ascoltandolo ed assimilando il suo insegnamento le cose di questo mondo sarebbero realmente cambiate, quindi aveva bisogno di visibilità.

Satana, visto che il Messia era propenso a seguire i consigli delle scritture, si rifà proprio a quelle, citando il Salmo novantuno. Lo cita tenendo conto delle necessità di Gesù, e gli offre la visibilità che gli era necessaria.

Lo invita a buttarsi giù dal tempio, il luogo al centro di tutte le attività sia religiose sia politiche ed anche economico/finanziarie di quel mondo. Sembra dire: "qui tutti vedranno chi realmente sei, vedranno la potenza che agisce dietro di te: Dio stesso. Avranno la prova inconfutabile che nessuno può contrastarti poiché, in tal caso, dovrà rendere conto direttamente a lui."

Tra l'altro c'è anche una finezza da non trascurare, Satana dice che se lo farà il suo piede non inciamperà su una pietra. Alla luce di ciò che abbiamo detto riguardo alle pietre, Gesù ha effettivamente trovato un inciampo in Giuda, un suo seguace. Il Diavolo lo rassicura anche su tale pericolo.

La proposta sarebbe sicuramente allettante, chi non cercherebbe di rendere più efficiente il suo intervento eliminando i preliminari per arrivare alla sostanza delle cose con meno rischi? Ma il tentatore è anche l'avversario, ed è anche in condizione di dover giocare il tutto per tutto, non c'è futuro per lui se non neutralizza la minaccia del Messia.

Il diavolo deve cercare a tutti i costi il modo per tirare avanti la società che ha plasmato, e che non conosce il vero Dio. La società in cui viviamo è composta da gente che non crede che esista un Dio, e da chi crede che esista e sia potentissimo e distante, irraggiungibile ed esigente: qualcuno che siede su un trono e riesce solo a pretendere e giudicare.

Questa situazione è ideale per l'avversario, perché dipinge Dio come un padrone esigente e nient'altro, qualcuno che non è umanamente possibile soddisfare e che, quindi, anche impegnandosi a fondo non otterremo nient'altro che frustrazioni. Tanto vale, perciò, tirare avanti cercando di vivere al meglio.

Il consiglio del tentatore servirebbe ad indurre Gesù a dimostrare che nel Figlio di Dio esiste tutta la potenza del Padre, e che è venuto tra noi perché questo sia ben chiaro. La missione del Cristo voluta dal Diavolo doveva essere quella di piegare il popolo al suo potere, di obbligarlo a sottostare alle sue esigenze, poiché si trova in una condizione di estrema superiorità.


Se Gesù avesse accettato.


Se Gesù avesse accettato non ci sarebbe stato alcun cambiamento, il Dio che il Figlio avrebbe presentato sarebbe stato quello di sempre, quello sbagliato: il Dio potente e distante. Chi crede che un Dio esista e che sia il Creatore di tutto, non dubita della sua potenza; ciò che non sa è che Dio è anche buono, e che ci ama fino a dare ciò che ha di più prezioso per averci.

L'Eterno vuol avere il cuore dell'uomo, vuol vivere con le sue creature un rapporto d'amore, stima e fiducia, come quello che esisteva in origine, prima che i nostri progenitori decidessero di abbandonarlo, a causa delle calunnie che lo stesso tentatore usò per metterci contro di lui, mentendo e dimostrandosi il nemico.

Il rapporto di fiducia che deve essere restaurato, tra Creatore e creatura, ha bisogno di un metodo ben diverso, ed è quello che il Messia conosce da sempre, e che dovrà portare a termine nonostante le difficoltà e gli imprevisti, contando solo nell'aiuto del Padre.

La proposta del tentatore, in questo caso, è sbalorditiva poiché vuol coinvolgere nel suo piano sia il Padre sia il Figlio, infatti, prevede un cambiamento di programma di entrambi a favore del suo modo di gestire le cose. Sarebbe stato assurdo solo pensare di piegare la volontà di Dio, da parte di Satana, ma ora, vista la situazione, una richiesta fatta dal suo Unigenito Figlio poteva essere la mossa vincente, quindi provare diventa un obbligo.


La risposta di Gesù.


La risposta di Gesù viene ancora dalla Bibbia, dal libro del Deuteronomio al verso sedici del sesto capitolo: "Non tentare il Signor Dio tuo" ossia, non cercare di ricattarlo, di usarlo per scopi che non sono suoi, di fare di lui il Dio che tu vorresti che fosse.

Ciò che Dio ha programmato per noi è la libertà, non vuole sudditi ma figli. Non vuol essere padrone ma Padre. Non vuole un rapporto religioso tra noi e lui, che si svolge in riti ed in pratiche volte ad ingraziarselo, ma vuole vivere a fianco a fianco con le sue creature, condividendo sentimenti ed emozioni, e non dominando. Per questo il Messia è venuto a cambiare le cose, ed a restituirci la libertà del progetto originale.

Il tentatore sa come trattare con gli uomini, infatti, è praticamente impossibile che qualcuno riesca a resistere ad una proposta di questo genere. Così possono essere garantiti potere e rispetto per mezzo anche della visibilità; come a tutte le persone importanti vediamo fare attraverso i media. Gesù, però, ha scelto un'altra strada, in accordo con il Padre.


Anche il secondo test è superato, la volontà di Dio è salva ed anche la libertà del Messia. Quindi anche la nostra libertà è rimasta integra.





Terza tentazione.


Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, e gli disse: «Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra, mi adori».


"Ora ti proverò la sincerità delle mie proposte" sembra dire il tentatore: "come potrei avere secondi scopi, se sono disposto ad offrirti tutto ciò che mi sono guadagnato? Praticamente ti costerà solo una piccola formalità, devi saper approfittare delle buone occasioni che ti si presentano, se vuoi essere un buon governante!"

A questo punto è necessaria un'altra premessa: Gesù è perfettamente al corrente di tutto, sa che ciò che afferma il tentatore è vero, e che tutto il mondo è praticamente suo, infatti, oltre ad essere scritto, lo si può vedere chiaramente anche da come il mondo funziona.



1Giovanni 5
19 Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.


Gesù avrebbe potuto avere tutto quello per cui era venuto su questa terra al prezzo di una formalità; di un atto d'adorazione. E' una pratica abbastanza comune nel nostro mondo, chi è superiore, al prezzo dell'accettazione-riconoscimento della sua superiorità, è disposto a concerti qualcosa.

E' ovvio che ciò che ti concede è solo di lavorare per lui, che è superiore a te, che lo hai riconosciuto tale prostrandoti a lui. I governanti del nostro mondo, in gran quantità, sono passati proprio dall'accettare un simile compromesso: "io ti do la poltrona e tu ricorderai per sempre qual'è lo scopo per cui vi siedi". Anche le mafie, al loro interno, hanno qualcosa di simile.

In sostanza, i veri potenti del mondo inseriscono all'interno dei governi delle nazioni persone cui fanno il "favore" di concedere loro una posizione di gran prestigio, con tutti i ritorni che ciò prevede, affinché gli siano riconoscenti durante l'esercizio delle proprie funzioni.

Lo vediamo chiaramente sulla nostra pelle: i governi sono molto più propensi a fare il bene dei grandi colossi finanziari e industriali, piuttosto che quelli della gente che sarebbero chiamati a servire. Chi si comporta così è un burattino, un pagliaccio ed un falso; un traditore nelle mani di chi si serve del popolo per il proprio interesse.



La risposta di Gesù.


«Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».


Anche questa risposta viene dal libro del Deuteronomio al capitolo sei verso tredici.

Risposta perentoria: "vattene". Gesù ha mantenuto la sua libertà, la sua indipendenza e l'ubbidienza al Padre. Ciò conferma la sua autorità di Messia Figlio di Dio, con tutto quello che comporta anche nei confronti di Satana che non è riuscito a piegarlo.

La posizione di Gesù è rimasta quella che era prima della sua discesa in terra e può, quindi, ordinare a Satana di andarsene, e lui non può far altro che ubbidire.

C'è un solo Dio e, per il nostro bene, non dobbiamo mai dimenticarlo. Quel Dio è il Padre di Gesù, qualunque altra persona chieda che gli venga riconosciuta adorazione è un impostore, e come tale, un pericolo.



Se Gesù avesse accettato.


Se Gesù avesse accettato l'offerta di Satana, sarebbe diventato un altro angelo di luce dietro cui il Diavolo si sarebbe nascosto. Sarebbe diventato l'esecutore dei suoi programmi ed il suo braccio destro.

Ovviamente per noi le cose non sarebbero cambiate, se non forse in peggio, ma Gesù ha rifiutato ed ha cacciato Satana. Ancora una volta la sua libertà è salva, ed insieme alla sua anche la nostra. Anche la volontà di Dio è stata rispettata.






Finisce tutto qui?




Purtroppo no. E Matteo nel suo racconto, non lo dice: non dice che le tentazioni abbiano avuto termine con la cacciata di Satana, ma lascia l'argomento in sospeso. Lo riprenderà in seguito.

Luca, invece, nel suo racconto, afferma chiaramente che le cose non sono finite lì.



Luca 4
13 Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato.


Se leggiamo tutto il Vangelo di Matteo, vediamo chiaramente che Satana non si è mai più presentato in persona davanti a Gesù, ma lo ha fatto costantemente attraverso altri. Lo ha fatto attraverso i capi politici e religiosi, le persone influenti e perfino attraverso i suoi stessi discepoli. Il primo tra loro è Giuda, ma anche Pietro lo ha fatto.



Matteo 16
23 Ma Gesù, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».


Così, durante tutto il suo ministero, le prove e le tentazioni a mollare tutto sono state innumerevoli, ma il Messia le ha superate restando fedele al suo mandato.

Un giorno, però, arriva quella tentazione di cui parlava Luca, la maggiore tra tutte, quella che gli fece sudare sangue nel Getsemani, e lo portò su una croce, ed è su quella croce che l'ultima tentazione ha avuto luogo.


Matteo 27
42 «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui.


Si tratta di una tentazione che riassume in sé le tre precedenti.

1) Se lui è il Re regni sul popolo per i suoi scopi: così come tutti i re del mondo.
2) Scenda ora giù dalla croce e si mostri per quello che è, l'inviato di Dio.
3) Quando sarà il re di tutti, allora crederemo in lui.


Perdere, significava vincere. Per non assecondare il tentatore nei suoi disegni era necessario morire su quella croce, non c'era alternativa: ed è quello che Gesù ha fatto, ha vinto il nostro nemico con la perdita della sua vita.


L'esame di Messia è superato a pieni voti, la sua libertà è stata mantenuta, nessuna autorità su di lui può avere il tentatore quindi il Messia è libero, e la sua libertà sarà anche la nostra nel suo Regno futuro.



Giovanni 8
36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.


C'è solo un piccolo problema, il Figlio è morto!





Risurrezione





Matteo 16
21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno

Atti 2
22 Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, 23 quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; 24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.

1Pietro 3
18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

1Corinzi 15
20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. 21 Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. 22 Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; 23 ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta;







Vittoria e libertà.




E' da un'altra dimensione, chiamata cielo, che il male è entrato nel mondo attraverso il Serpente - Tentatore, ossia Satana il Diavolo, dove vive insieme ai suoi ribelli a Dio. In quella dimensione è nata la sfida a Dio sul valore della specie umana, da Dio stesso definita "molto buona" ed, invece, denigrata dal Tentatore.

La contesa è nata in cielo, e la sfida si è compiuta in terra. La specie umana, quando conosce la verità, è "molto buona", così come Gesù ha dimostrato essendo uomo e restando fedele a Dio. Quando gli esseri umani non sono ingannati sulla personalità del Padre, rispondono con amore e giustizia alle necessità imposte dalla vita. L'inganno è venuto tramite il Serpente, ed ancora continua, ma Cristo ha posto un limite a tutto ciò.



Colossesi 2
14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.


Quella di Cristo è stata una vittoria su tutti i fronti, ci ha liberati dalla condanna perché non esistono più i capi d'accusa nei nostri confronti.



La legge.


Gli umani non sono perfetti, sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio: come lui riescono ad amare e progettare, ad organizzare un pensiero e porlo in essere. Sono animali con un Logos, un tipo di ragionamento interiore che può essere espresso, poi, in diversi modi. Qualcosa di totalmente unico nel creato.

Tuttavia la creazione non è ancora finita, lo sarà quando saremo entrati pienamente nel Regno di Dio, quello che Gesù è venuto ad inaugurare nella sua forma "nascosta". In questo periodo, quindi, gli umani non sono ancora perfetti, ed hanno bisogno della guida del Padre Celeste, per tutto ciò che riguarda il vivere.

Quando gli umani, i nostri progenitori, erano nel giardino di Eden, godevano di un rapporto privilegiato con Dio, che guidava la loro vita in modo che non andassero incontro ad "incidenti di percorso". Ma quando decisero di lasciarlo per organizzarsi da soli, è ovvio che per una vita sociale ordinata, se non si voleva cadere sotto il potere del più arrogante, c'era bisogno di regole che tutti avrebbero dovuto rispettare: ossia di una legge.


La legge prende così il posto del Padre, il perfetto viene sostituito con l'imperfetto, l'amore sostituito con l'obbligo.


Ma per quanto la legge sia semplice e facile da essere rispettata, capita sempre il momento in cui diventa difficile farlo, perché la situazione che viviamo non è prevista esattamente da essa, e quindi ci obbligherebbe ad un comportamento che non è secondo il "buon senso".

Le situazioni in cui possiamo venirci a trovare sono quasi infinite, mentre gli articoli della legge devono, per forza di cose, essere il minor numero possibile. Tutto ciò se non vogliamo venirci a trovare nella situazione di ingestibilità, quando non sappiamo più a quale articolo riferirci, data l'enorme quantità di essi.

Se a questo aggiungiamo che la legge è qualcosa di "esterno" a noi, qualcosa scritto da altri che spesso è in conflitto con il nostro "sentire" è ovvio che diventa un sicuro fallimento. A questo dobbiamo ancora aggiungere il fatto, importantissimo nel nostro caso, dell'interpretazione della legge da parte di chi è chiamato a giudicare, con la possibilità di poterla distorcere a proprio vantaggio.

Così, la legge, che doveva essere la nostra "salvaguardia" può diventare la nostra trappola. Anche la legge divina che era in vigore in quei giorni in Israele, la Torah, che aveva come obbiettivo la giustizia, ed era per volontà di Dio che era stata data, pur avendo una origine perfetta, quando diventa preda degli uomini dimostra tutta la sua inefficacia.

Il massimo dell'ingiustizia è stato commesso per mezzo della legge che, gestita in modo perverso, ha decretato la morte dell'unico giusto che abbia vissuto su questa terra, Gesù il Cristo.

E' così dimostrato che la legge, come la conosciamo oggi, è inaffidabile. Basta solo pensare agli usi che ne vengono fatti quando, più spesso di ciò che pensiamo, viene usata per il bene anche di una sola persona sulle spalle di tutto un popolo. Di leggi "ad personam" ne abbiamo, purtroppo, moltissimi esempi.

Così, di fatto, su quella croce c'erano Gesù come vincitore, e la legge come perdente insieme a Satana (nome che ha il significato di avversario, controparte in un processo), e che la legge stessa aveva reso forte attraverso le nostre mancanze e l'uso astuto che Satana riusciva a farne.


Non è Dio che ci accusa, ma è Satana reso forte dalla legge: e lo fa per dimostrare l'assoluta incapacità degli esseri umani riguardo alla giustizia. Ma il pulpito da cui proviene la predica non è affatto legittimato a farlo.


Ma ora la legge cui dovevano sottostare i credenti è stata abolita, inchiodata alla croce. Non c'è più nessun appiglio legale per chi vuole condannare i seguaci di Cristo.







Finalmente liberi.





Giovanni 16
7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.

Romani 7
6 ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, per servire nel nuovo regime dello Spirito e non in quello vecchio della lettera.



Due giustizie: la lettera e lo Spirito.


La lettera e lo Spirito. Un tipo di giustizia è quella scritta nero su bianco. L'altra è quella che ogniuno di noi "sente in cuor suo" essere valida. E' ovvio che tra le due giustizie: quella ufficiale che viene dalla legge scritta, e quella individuale, che viene dal nostro interno, dal nostro "cuore", può esserci anche una notevole differenza, ne sanno qualcosa quelli che vivono l'esperienza delle dittature.


Tra le due quella che esercita più forza su di noi è sicuramente quella interiore, scritta non su carta, ma nel cuore, ed è per questo che le dittature cadono.



Qual è la provenienza di questi due tipi di giustizia, nel nostro mondo?


Quella scritta su carta ha come provenienza l'umanità, perché è attraverso l'esperienza della storia che i legislatori formano, nel tempo, quel canone ufficiale che guiderà le scelte dei popoli.

Il secondo tipo di legge, quello interiore, segue un cammino diverso ed è molto individuale. In genere dipende, in primo luogo, dall'indole del soggetto, poi dall'esempio che riceve, dalla sua cultura, dalla situazione in cui si trova e da moltissime altre variabili che formano il "cuore" della persona.

E' in quel cuore che vivono i sentimenti, tra i quali anche quello di giustizia. Ed è da questi sentimenti che le persone saranno poi guidate, in modo più forte di ciò che può fare una legge scritta, poiché ciò che è scritto è esterno a loro, mentre i sentimenti sono interni, quindi più vicini e più potenti.




Una trovata geniale.





Matteo 12
29 Come può uno entrare nella casa dell'uomo forte e rubargli la sua roba, se prima non lega l'uomo forte? Allora soltanto gli saccheggerà la casa.

Geremia 31
33 «ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.

Giovanni 16
7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. 8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.


Gesù ha vinto, l'umanità passa di mano: non più sotto il dominio di Satana, ma sotto quello di Cristo, e tra le due cose la differenza è notevole.


Gesù ha sconfitto l'uomo forte: ha portato via tutti i suoi averi, ovvero noi stessi. Ora abbiamo la possibilità di scelta: possiamo continuare a scegliere di essere sottomessi a Satana o, invece, scegliere la libertà di Cristo.

A tutti i suoi seguaci Cristo ha fatto una promessa. A tutti quelli che credono in lui, ossia: che credono che tutto ciò che ha detto e fatto sia giusto ed unicamente per il nostro bene. Quelli che credono che sarà in grado di mantenere le sue promesse, e che solo per mezzo suo verrà vita e pace sulla terra, lui ha dato una caparra: il suo stesso Spirito.

Si tratta di Spirito di santità, di diversità, quello Spirito che si distingue anche perché è lo Spirito, l'indole, la disposizione d'animo stessa di Dio. In tal senso è anche un Consolatore, un inviato che prenderà il posto di Cristo nel cuore di quelli che lasciò sulla terra, i suoi discepoli, e dopo di loro anche in tutti noi che crediamo in lui.

Il Messia, Salvatore e Re, non è esigente, non pretende nulla di più di ciò che abbiamo sempre fatto quando diamo la nostra fiducia ad un leader politico. Anche in quel caso noi crediamo in lui per il suo "carisma" e la sua capacità di imporre il suo punto di vista. Anche il suo programma elettorale è un punto di forza per la nostra fiducia in lui. Quando tutto questo si sposta dall'uomo a Cristo, si verifica il salto di qualità.


Non è importante che smettiamo di dare il nostro voto alle elezioni, ma che sia ben chiaro chi sarà a risolvere definitivamente i problemi dell'umanità: non un leader o un partito politico qualunque, ma solo ed unicamente il Cristo.

Ovviamente tutte queste cose Gesù potrà farle solo se è ancora in vita, per questo credere alla sua risurrezione è indispensabile, anche perché in quella è il "timbro" di approvazione di Dio.


1Corinzi 15
17 e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati.







Esseri umani rigenerati.





Giovanni 3
5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

2Corinzi 1
22 egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori.


Tutti, la prima volta nasciamo di acqua: le acque si rompono ed il parto ha luogo. Questa nostra prima nascita ci porta nel mondo, e noi ne diventiamo parte attiva, lo "respiriamo" e ci adeguiamo, ognuno a modo suo, a viverci. Questo non è sufficiente a fare di noi delle persone adatte al mondo che verrà, nel quale è necessaria una morale molto al di sopra di quella attuale, e che trova difficoltà enormi ad inserirsi in questo mondo.

La caparra dello Spirito, che sarà affiancato a quello spirito del tutto umano che ci siamo costruiti vivendo, è ciò che ci porterà alla maturazione necessaria. La scelta di seguire il nostro istinto umano degradato; oppure scegliere di vivere secondo il nuovo stile inserito nei seguaci di Cristo, fa dell'uomo rigenerato qualcosa di nuovo, un essere vivente ibrido tra la carne (egoismo) e Dio (amore puro).

C'è, in chi ha questo Spirito, una possibilità sconosciuta fino a quando il Salvatore ha deciso di distribuirlo, con un "download" all'interno di noi stessi: ed è quello di poter scegliere, in ogni situazione di vita che ci si presenta, qual'è il consiglio di Dio stesso per superarlo.

Si tratta di un salto di qualità impensabile: il modo di poter rispettare la legge che viene direttamente da Dio, non ricorrendo ad un codice esterno, incompleto ed inefficace, ma ricorrendo ad un qualcosa di perfetto ed interno a noi stessi, e simile all'indole stessa di Dio. A questo dobbiamo aggiungere una spinta interiore a volerlo mettere in atto, perché sentiamo che si tratta di giustizia.

Non solo, ma una volta compreso il lavoro svolto dal Messia, e la liberazione che ha compiuto verso di noi, insieme alle sue promesse infallibili, il senso di gratitudine spinge ancor più a volersi avvicinare a lui, e migliorarsi ascoltando ciò che lo Spirito ha da rivelarci.


Così, Dio stesso si è fatto carico, attraverso l'opera di suo Figlio, di riscattarci dalla situazione di degrado in cui ci siamo venuti a trovare vivendo nel mondo plasmato dal Serpente Satana. Ora siamo liberi, possiamo nuovamente scegliere, come i nostri progenitori, se seguire il buon Padre Celeste o continuare nel mondo, che avrà fine per sempre insieme al nostro Avversario. Chi farà la scelta giusta e persevererà in quella, avrà la vera vita nel nuovo mondo.


L'uomo nuovo, è nuovo appunto perché è nato un'altra volta, e come nuova creatura non ha un passato, quindi tutto ciò che fa parte della sua vita precedente è azzerato.


Nessun peccato passato è più imputabile al "nato di nuovo" e questo sarà reso pubblico durante la festa del battesimo, che ne segna l'ingresso nella ecclesia di Cristo.

La chiesa di Cristo è la comunità di quelli che hanno fiducia (fede) in lui, e non coincide con una particolare confessione o denominazione religiosa. Sono solo quelli "conosciuti" da Cristo come suoi. Queste persone possono trovarsi in ogni comunità cristiana di qualunque confessione o denominazione, poiché non è il luogo che frequentano che fa di loro dei veri seguaci di Cristo; ma è il loro attaccamento al Maestro, la volontà di seguirlo e di partecipare alla costruzione del nuovo mondo.



Un sacrificio propiziatorio.




Dio è perfetto, noi no. Nessuno può comparire di fronte a Dio portando con sé il fetore di questo mondo, con tutte le sue passioni in contrasto con la vera giustizia. Non ci sono affinità con il buon Padre, quindi non c'è dialogo, non c'è accesso.

Ma da quando Cristo ha reso nuovi gli esseri umani, quest'affinità è ritornata, quindi è nuovamente possibile un incontro tra Creatore e creatura come all'inizio. Ora Dio è tornato disponibile verso ognuno di noi. Ora è propizio nei nostri confronti, non più ostile, perché in noi ciò che emanava il fetore del mondo è stato sostituito con il "buon profumo di Cristo". Quindi il suo sacrificio è stato anche propiziatorio.




Un sacrificio espiatorio.




Chi commette la colpa deve pagarne le conseguenze. Ma la vittoria di Cristo sul nostro nemico ha una portata così vasta che gli è valsa "ogni autorità in cielo ed in terra".

Tramite la sua morte di vittoria noi abbiamo avuto la nuova nascita e siamo stati liberati dal fardello della nostra storia. Quindi la morte di Cristo ha anche un valore espiatorio delle nostre colpe, azzerate dal suo amore per noi. In pratica è stato lui a pagare con la sua vita i nostri sbagli. Le nostre colpe sono ricadute su di lui.







L'abbandono.





Matteo 27
46 E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»


Sono le prime parole del Salmo 22 che Gesù pronuncia sulla croce prima di morire. Quel Salmo si compone di due parti distinte: la prima in cui il personaggio che scrive si rivolge a Dio in un momento molto difficile della sua vita. L'altra, invece, dal verso 22 in poi, lo stesso personaggio loda il Signore per ciò che ha fatto per tutto il genere umano.

E' importante notare come l'allusione a Cristo sia netta, anche se scritta circa mille anni prima che nascesse.



Salmo 22
16 Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m'ha attorniato; m'hanno forato le mani e i piedi. 17 Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano: 18 spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.


Il Salmo, al verso 8, ci porta a riconsiderare il tema delle tentazioni, infatti, ciò che il salmista afferma lo ritroviamo, in Matteo, accadere a Gesù stesso.



Salmo 22
7 Chiunque mi vede si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo, dicendo: 8 «Egli si affida al SIGNORE; lo liberi dunque; lo salvi, poiché lo gradisce!»

Matteo 27
41 Anche i primi sacerdoti e i capi giudei lo prendevano in giro e dicevano: «Ha salvato gli altri, ma non è capace di salvare se stesso! Dato che sei il re d'Israele, scendi dalla croce e ti crederemo! Ha confidato in Dio, e allora: che Dio lo liberi adesso, se lo ama; non ha forse detto: "Io sono il Figlio di Dio"?».


Citando quel Salmo Gesù voleva riportare l'attenzione dei presenti su ciò che stava realmente accadendo. Non si trattava di qualcosa che era sfuggito al controllo del Cristo e di cui stava subendo le conseguenze: tutt'altro, si trattava dell'epilogo vittorioso della sua missione.

Si trattava di ciò che era ampiamente previsto, e che stava avendo il suo compimento nella sua prima fase, quella della morte. La seconda fase sarebbe avvenuta in conseguenza, ed era certa poiché già prevista nel Salmo.



Salmo 22
26 Gli umili mangeranno e saranno saziati; quelli che cercano il SIGNORE lo loderanno; il loro cuore vivrà in eterno. 27 Tutte le estremità della terra si ricorderanno del SIGNORE e si convertiranno a lui; tutte le famiglie delle nazioni adoreranno in tua presenza. 28 Poiché al SIGNORE appartiene il regno, egli domina sulle nazioni.

29 Tutti i potenti della terra mangeranno e adoreranno; tutti quelli che scendon nella polvere e non possono mantenersi in vita s'inchineranno davanti a lui. 30 La discendenza lo servirà; si parlerà del Signore alla generazione futura. 31 Essi verranno e proclameranno la sua giustizia, e al popolo che nascerà diranno com'egli ha agito.


Non poteva esserci trionfo maggiore, ed è ciò che è accaduto con l'avvento del cristianesimo, ed a breve accadrà di nuovo, quando il Cristo tornerà per prendere fisicamente possesso dell'intera terra, che ormai gli appartiene.


Abbandonato?



Matteo 26
36 Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. 38 Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». 39 E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? 41 Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

42 Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».

43 E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. 44 Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. 45 Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».


Tutto si giocò in Getsemani. Gesù trovandosi di fronte alla morte in croce, come essere umano tale e quale a noi, ebbe paura, ma alla fine, come mostra il verso 42, accettò la sua sorte. Il Padre sapeva che solo quello sarebbe stato il modo per ottenere la piena vittoria sul nostro nemico, e Gesù accettò di seguirne il consiglio.

Da quel momento in poi la presenza del Padre a fianco di Gesù non era più necessaria, fino al tempo in cui sarebbe stato risuscitato. Tutto era ormai deciso e nulla poteva cambiare, quel tempo sulla croce sarebbe trascorso così come previsto, senza che nessuno potesse intervenire.