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TESTO

Genesi Capitolo 1

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Studio biblico (A cura di D. Pawson)

GENESI 1:1

Avviciniamoci subito al primo versetto della Bibbia, considerando solo le parole:

" nel principio Dio "

ebbene, solo in queste tre parole è nascosta un'enorme sfida alla nostra fede. La Bibbia capovolge totalmente il modo umano di pensare, l'uomo infatti inizia con il constatare che esiste un universo per poi chiedersi se esista un Creatore; e la sua domanda lo porterà inevitabilmente a considerarlo o come opera di Dio o di forze naturali. La Bibbia, invece, inizia proprio al contrario: ci presenta Dio ed in lui spiega l'esistenza dell'universo; quindi l'esatto opposto. Queste prime tre parole sembrano affermare che è necessario prendere come fatto acquisito l'esistenza di Dio. La Bibbia non tenta mai di provare che Dio esiste, perché è uno sbaglio tentare di farlo. Tutti coloro che ci hanno provato hanno scoperto di non poter convincere nessuno in questo modo; per questo ci chiama ad un passo di fede fin dall'inizio. C'è un versetto nell'epistola "Agli Ebrei" che dice: " colui che s'accosta a Dio deve credere che egli è ". Questo è il primo passo! Non troveremo mai nessuno scrittore biblico intento a dimostrare l'esistenza di Dio, ma, al contrario, la Bibbia inizia da Dio per poi spiegare il resto; e ciò è molto importante.

Il brano dell'epistola agli Ebrei, continua anche con l'invito ad un secondo passo di fede, affermando che: "Egli ricompensa quelli che lo cercano". Questi sono i due fatti fondamentali: Dio esiste e vuole essere conosciuto; ed egli può esserlo perché si è fatto riconoscere agendo e parlando nel mondo, nel tempo e nello spazio. Noi viviamo nel tempo e nello spazio, per cui ci è molto difficile capire qualcosa che esista al di fuori di queste dimensioni. Noi non comprendiamo l'eternità, possiamo immaginare solo ciò che esiste nel tempo; lasciate che ve lo dimostri. La mente umana non riesce ad immaginare cosa vi sia oltre l'universo; oggi noi sappiamo che il nostro cosmo è come una gran palla che si sta espandendo, ma oltre questa gran palla cosa c'è? E' stato riscontrato che la luce d'alcune stelle, quando arriva al limite dell'universo, è riflessa come da uno specchio, per cui noi vediamo astri che in realtà non sono altro che riflessioni dal confine dello spazio. Di là dall'universo non c'è niente, nemmeno lo spazio dove può propagarsi la luce delle stelle. In quanti possiamo comprendere cosa sia il niente? Capite cosa voglio dire? Le nostre piccole menti riescono solo ad immaginare le cose all'interno del tempo e dello spazio; per questo le scritture raccontano solo ciò che Dio fa nella nostra dimensione.

Le prime parole della Bibbia sono: " nel principio", quindi, all'inizio del tempo e dello spazio Dio creò i cieli e la terra. Da quel momento in poi tutto ciò che è narrato sono avvenimenti che si svolgono entro queste dimensioni, poiché non potremmo capire niente altro. Io sono molto grato a Dio perché si è fatto conoscere in modo che io possa capirlo.

La Bibbia parla del mondo nel quale noi viviamo, questo mondo fatto di tempo e spazio, usando parole temporali come " nel principio", e parole spaziali, come " i cieli e la terra ". Dio ha a che fare con tempo e spazio per cui la Bibbia è anche un libro di storia, di fatti e avvenimenti, e confrontandolo con gli scritti d'altre religioni notiamo subito questa differenza. Se avete letto il Corano, certamente vi siete accorti che è molto difficile da leggere, è pieno d'idee e di pensieri, ma in esso non vi è narrato nessun avvenimento, non c'è nessuna storia; esso indica soltanto come credere e come comportarsi al di fuori di un ambiente storico. Le scritture Veda sono uguali al Corano, per cui la Bibbia è l'unica ad essere anche storica. A scuola odiavo la storia, penso che ciò fosse dovuto al nostro pessimo insegnante; forse era una scusa, ma non faceva che parlare di re, regine, carte e battaglie. Da quando sono un cristiano, invece, la storia per me è diventata affascinante perché, nella Bibbia, essa racconta l'intervento di Dio nel tempo e nello spazio. Non si tratta d'interventi effettuati solo per mezzo d'uomini e donne, ma anche suoi personali, e ciò rende il tutto molto interessante. Questo libro è anche totalmente diverso dai soliti testi di storia perché inizia prima e finisce più tardi d'ogni altro, giacché incomincia dall'inizio e termina alla fine dei tempi.

Nessun altro storico, oltre Dio, avrebbe potuto fare ciò, per l'ovvia ragione che non esistono documenti né dell'inizio né della fine. Nessun uomo ha visto nascere l'universo, così come nessuno ha assistito alla fine del mondo per poterla descrivere. La Bibbia, perciò, è l'unico testo di storia veramente completo che potrà mai essere acquistato. E' possibile, però, essere certi che la Bibbia è verità, e non si tratta solo speculazione umana? E' possibile confutare gli studiosi che affermano che i primi capitoli della Genesi sono solo miti e tradizioni? A questo proposito possiamo fare una considerazione: abbiamo visto che nessuno storico sarebbe stato in grado scrivere la Bibbia, quindi non può che essere opera di Dio. Dio c'era all'inizio e ci sarà alla fine, ed è a conoscenza sia del passato sia del futuro, per cui già dai primi passi di Genesi è presentato un tipo particolare di storia chiamata "storia profetica". Tale tipo di storia può essere scritto soltanto da Dio. Gli esseri umani non sono in grado di sapere ciò che Dio solo conosce, ma se egli parla loro per mezzo d'alcuni uomini, allora diventa possibile. Può considerarsi profezia solo ciò che Dio rivela, e questo è sempre stato un miracolo, fin dall'inizio. E' chiaro quindi che la prima frase della Bibbia non può che essere profezia. La profezia, più nota sottoforma di predizione del futuro, la troviamo presente nella Bibbia addirittura nel ventiquattro per cento dei suoi versetti. In tutto esistono settecentotrentacinque predizioni bibliche, alcune d'esse vi si trovano scritte solo una volta, mentre altre sono ripetute molto spesso, in un caso ben trecentodiciotto volte. Ai giorni nostri, di questi settecentotrentacinque avvenimenti, se ne sono già avverati cinquecentonovantasei, quindi, circa l'ottantuno per cento. Tutto ciò, però, non significa che la Bibbia è accurata all'ottantuno per cento, ma è così soltanto perché quel che resta ha che fare esclusivamente con la fine del mondo. Ovviamente, se tutti quegli avvenimenti si fossero già avverati, noi adesso non saremmo qui a parlarne. Dobbiamo in ogni caso riconoscere, che tutte le cose che dovevano accadere fino ad oggi siano puntualmente avvenute; cinquecentonovantasei profezie si sono avverate. Ne restano ormai poche prima che Gesù ritorni sulla terra, in tutto meno del venti per cento. Nei casi appena descritti si tratta di storia scritta prima che accada, e che io definisco "profezia in avanti", ma nei primi tre capitoli di Genesi si tratta di "profezia all'indietro". In essa Dio racconta fatti già accaduti che nessuno poteva sapere.

Tutto questo però non può assolutamente essere né provato né confutato, o lo s'accetta per fede o lo scarta come un qualunque ammasso di bugie, non esiste nessun'altra scelta. La scienza non ha nessuno strumento che le permette d'appurare se l'affermazione: "Nel principio Dio creò cieli e terra" sia vera o falsa, in questo campo può operare soltanto la fede. Ciò non significa certo che la fede è cieca. Tutt'altro: poiché quando all'università mi sono trovato ad affrontare alcuni problemi di scienza e di scrittura, ho notato che anche ogni conquista scientifica ha come base un autentico passo di fede. Nel metodo scientifico, si deve prima di tutto formulare un'ipotesi, credere in essa, e verificarla poi sperimentalmente nei fatti; dopo potrà essere presentata come scoperta scientifica. Questo è né più né meno ciò che richiede da noi la Bibbia. Noi dobbiamo accettare come fatto l'esistenza di Dio, e poi verificare se tutto quanto è spiegabile in quest'ipotesi. Con ciò la fede diventa ragionevole perché è ragionevole; e ci chiede proprio di essere scientifici.

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