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TESTO

Genesi Capitolo 1

pag 11

Studio biblico (D. Pawson)


PRIMO GIORNO

Tra le cose menzionate nel primo giorno della creazione vi sono la luce e l'acqua. Questi due elementi sono alla base della vita stessa, infatti, il settanta per cento della superficie terrestre è tuttora ricoperto dall'acqua, e fino ad oggi non è stato individuato nessun altro pianeta con questa caratteristica. C'è un punto nello spazio, sopra le isole Hawaii, dal quale sembra che l'Oceano Pacifico avvolga tutto il pianeta, così come avveniva prima che Dio facesse apparire l'asciutto. Il nostro corpo è composto dal settanta per cento d'acqua, e per il resto da sostanze chimiche che valgono meno di diecimila lire, per cui possiamo sicuramente dire, che la luce e l'acqua sono i principali elementi della vita. Uno dei tanti prodotti dell'unione tra la luce e l'acqua è l'arcobaleno, che serve a Dio come ricordo del suo impegno a far sì che sia sempre disponibile cibo per tutta l'umanità.

Un'altra cosa che si può notare, ancora in queste prime righe di Genesi, è che il mondo ha avuto inizio nella notte, e poi, soltanto in seguito, è apparsa la luce. Per gli ebrei questa è una cosa molto importante, perché secondo il calendario ebraico il nuovo giorno inizia al tramonto; infatti, Genesi dice: "Così fu sera, poi mattina, e fu il primo giorno". Noi siamo abituati a pensare ad una giornata che inizia il mattino e termina la sera, ma questo è dovuto al sistema romano di dividere i giorni dalla mezzanotte alla mezzanotte. Per gli ebrei, invece, la giornata era composta in primo luogo da dodici ore di buio e poi da dodici di luce. Questo fatto ci fornisce la soluzione ad un altro problema biblico, che se anche non è in stretta relazione con ciò che stiamo trattando adesso, penso sia ugualmente il caso di discutere, data la sua importanza.

Gesù affermò che così come Giona stette tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, anche lui sarebbe stato tre giorni e tre notti nel ventre della terra (Mt 12:40), alludendo al tempo che sarebbe intercorso tra la sua morte e la sua resurrezione. Per quanto possiamo tentare, però, non riusciremo mai a far quadrare i conti, perché è impossibile far passare tre giorni e tre notti nel tempo che va da un venerdì alla domenica seguente. Oltre a questo, Gesù disse anche che la sua resurrezione sarebbe avvenuta nel terzo giorno dopo la sua morte (Mt 16:21, 20:19 Lu 18:33, 24:7), e questo sembra contraddire ciò che affermava prima. E' ovvio quindi che nelle nostre tradizioni c'è un errore, e questo sta nel fatto d'aver creduto che il giorno in cui morì Gesù fosse un venerdì soltanto perché il giorno seguente era un sabato. Se proviamo a leggere attentamente Giovanni 19:31, vedremo che il sabato che avrebbe seguito il giorno della morte di Gesù, non era un normale sabato, ma un sabato speciale. Ora se consideriamo che in ebraico la parola che noi traduciamo con sabato significa semplicemente riposo, o cessazione d'attività, possiamo facilmente dedurre che quello era uno speciale giorno di riposo, che non necessariamente avrebbe potuto coincidere con il normale sabato settimanale. Si trattava, infatti, proprio del sabato che seguiva la festa della Pasqua ebraica, (Num 28:16,17 Mt 26:19,20) che ricorreva il quattordicesimo giorno del mese di abib (o nisan), il primo mese del calendario ebraico, per cui non tutti gli anni sarebbe capitata nello stesso giorno della settimana.

Nei Vangeli si parla della cena del Signore e la sua celebrazione viene collocata alla sera del primo giorno degli azzimi (Mt 26:17 - Ma 14:12 - Lu 22:7) Secondo Giovanni, invece, la celebrazione sarebbe avvenuta prima della festa di Pasqua, (Gv 13:1-2 & 18:28-29 & 19:31). Probabilmente la spiegazione di ciò sta nel fatto che in quei giorni esisteva anche un altro calendario diverso da quello ufficiale ritrovato a Qumran presso una comunità essena. Del resto anche i tre sinottici rafforzano Giovanni, in quanto anch'essi pongono l'ultima cena al tramonto del 13 nisan, come confermano Mr 15:42, Mt 27:62, in cui viene esplicitamente detto che Gesù morì durante la parasceve (preparazione al sabato).




Per cercare di far luce su quest'avvenimento, proviamo ora a supporre che Gesù sia morto un mercoledì pomeriggio alle quindici, e sia risorto in un'ora compresa tra le diciotto e la mezzanotte del sabato; che lo ricordiamo, per gli ebrei sarebbe già stato il primo giorno della nuova settimana. Se così fosse questo farebbe quadrare a meraviglia tutti racconti evangelici, perché, considerando il modo ebraico di contare i giorni, Gesù sarebbe stato nella tomba le tre notti di mercoledì giovedì e venerdì, ed i tre giorni di giovedì venerdì e sabato. Se poi prendiamo in esame il sistema romano, troveremo un'altra interessante conferma alle parole di Gesù, perché contando i giorni dalla mezzanotte alla mezzanotte, risulta che il giovedì sarebbe stato nella tomba per il primo giorno, il secondo giorno sarebbe stato il venerdì, ed il sabato sarebbe stato il terzo. Così, come abbiamo già detto, se fosse risorto tra le diciotto e la mezzanotte di quel sabato, che era il normale sabato settimanale, l'avrebbe fatto proprio durante il terzo giorno, esattamente come dicono i Vangeli. Tutto questo è confermato da un'altra interessante scoperta: l'errore del calendario gregoriano. E' provato che il re Erode, il responsabile della strage degli innocenti, è morto nel quattro a.C., per cui Gesù doveva essere già nato in quel tempo. Se Gesù è nato nel quattro a.C., ragionevolmente potrebbe essere morto nel ventinove d.C., e, guarda caso, proprio in quell'anno il primo sabato della Pasqua capitava di giovedì. Ovviamente, ancora una volta, è chiaro che quando riusciamo a liberarci dalle tradizioni tutto è più facile; questo è anche un modo per renderci conto che quando leggiamo la Bibbia dobbiamo sforzarci di pensare come degli ebrei.

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