Scrive la Watchtower nel lbro "sia fatta la tua volontà in terra" a pag. 100:
I due passi biblici, per maggiore praticità, sono riportati qui in basso.
Numeri 14:34
Ezechiele 4:6-7
Ma è proprio così? Proviamo ad esaminare più attentamente ciò che la Watchtower afferma: nel passo di
Numeri è Dio stesso che parla a Mosè e ad Aronne, perché testimonino al popolo la decisione che aveva
preso; in questo caso Dio specifica chiaramente agli interessati, che i quaranta giorni che avevano impiegato
per esplorare il paese, diventano il simbolo della pena da scontare. Anche nel passo di Ezechiele è
chiaramente specificato, da Dio stesso, che i quaranta giorni diventano il simbolo profetico di quaranta anni.
Come si vede in questi due casi non esiste nessun senso nascosto del messaggio di Dio, ma il simbolo dei
giorni è chiaramente rivelato, e, cosa molto importante, valeva solo in quei casi particolari; niente ci fa
supporre che il principio di "un giorno per un anno" sia un principio generale che, nella Bibbia, possa essere
applicato ovunque.
Per quanto riguarda il racconto della pazzia di Nabucodonosor, l'autore vuol mettere in luce che il mondo lo
governa solo Dio. Il re di Babilonia era solo un uomo presuntuoso ed arrogante, nel pensare di potersi
sostituire al creatore. Interpretando il sogno, Daniele, affermò che il grande albero che il re aveva visto era
lui stesso, e quella visione rivelava il suo atteggiamento interiore d'uomo provvidenziale che distribuiva cibo
e protezione a tutti. La cima dell'albero che tocca il cielo significava che si sentiva qualcosa di più di un
uomo comune, ed il fatto che fosse visibile dalle estremità della terra rivelava le sue mire espansionistiche.
Perciò Nabucodonosor viveva felice e si sentiva pienamente realizzato compiacendosi della propria potenza e ricchezza,
tanto da dimenticarsi Dio e non averne più bisogno. Per questa sua presunzione fu avvertito in sogno, ma nonostante
che Daniele gli avesse rivelato quale fosse il giudizio di Dio per lui, egli non pensò che fosse ancora giunto il tempo
di pentirsi e convertirsi, fin quando, dopo un anno circa, la sua presunzione lo fece cadere di nuovo. Allora si adempì
la profezia, ed il re fu pazzo per sette anni (il numero sette qui è inteso come simbolo di completezza o totalità),
fin quando non riconobbe la sua presunzione e rese a Dio l'onore che gli spettava.
In questo brano della scrittura (dan 4) non c'è niente che faccia supporre un nesso con la vicenda di Sedecia e la
distruzione del tempio di Gerusalemme, il significato della pericope è chiaramente esposto nei versetti 34-37, per
cui ogni ulteriore ricerca sul testo sarà inutile ed assurda. Anche se Gesù parlò del Regno di Dio definendolo
come un albero tra i cui rami trovano riparo gli uccelli del cielo, (Matteo 13:31-32) egli si riferiva all'albero
che sarebbe cresciuto dal seme che lui stesso aveva piantato sulla terra, per cui neppure tra questo passo ed il
sogno di Nabucodonosor, c'è qualcosa in comune.
Daniele 4:36-37
Riportiamo i due passi in questione:
Daniele 4:7-9
Matteo 13:31-32
Volendo per forza trovare un punto in comune tra i due passi, non credo si possa andare oltre al considerare che:
nel primo si parla di presunzione (un falso messia), nel secondo, invece, il Messia è quello vero.
Viene da chiedersi in base a quale criterio la Watchtower è arrivata a formulare tali dottrine, giacché
non trovano nessun fondamento nei passi citati come origine.